(ANSA) - SULMONA, 23 GEN - "Cercare una 'sentinella',
strettamente legata al territorio, che potesse dare indicazioni
utili per la salute dell'uomo, partendo dal dato che oggi non è
possibile separare il benessere dell'uomo da quello degli
animali e dell'ambiente che condividono": nasce con questo
obiettivo il progetto portato avanti dal Parco Nazionale della
Maiella con la Facoltà di Medicina Veterinaria dell'Università
di Teramo e che ha individuato questa figura nel Camoscio
Appenninico. "Un animale unico e particolarmente legato alla
storia della conservazione in Abruzzo. - spiega Simone
Angelucci, veterinario del Parco della Maiella - Vive in
ambienti in alcuni casi incontaminati e difficilmente
raggiungibili dall'uomo, in altri in condivisione con animali
domestici al pascolo. E' quindi un perfetto indicatore delle
differenze rilevabili in ambiente con o senza attività
antropiche".
A partire da campioni di feci sono stati isolati batteri
resistenti ad antibiotici considerati critici per la salute
umana. "Sono perlopiù antibiotici non utilizzati in ambito
veterinario e considerati fra le ultime risorse utili nel curare
infezioni batteriche non più trattabili con i comuni
antibiotici". Questi risultati riguardano in particolare i
batteri Escherichia coli, resistenti ad antibiotici conosciuti
come colistina e carbapenemi. E' stato possibile correlare a
queste resistenze la presenza di alcuni geni (mcr-4, oxa-48)
riportati per la prima volta in questa specie e negli ungulati
selvatici in Italia e in Europa grazie a questo studio.
Risultati che riguardano in particolare i camosci che
condividono ambienti con attività antropiche. Quelli che vivono
in aree più isolate non presentano gli stessi profili di
resistenza. "Tali risultati accendono i riflettori sulla
responsabilità dell'uomo nell'uso corretto degli antibiotici"
sottolinea Angelucci, ricordando che alcune recenti stime
dell'Oms hanno registrato in Europa 4 milioni di infezioni da
batteri antibiotico-resistenti con 37mila decessi e una spesa,
tra costi sanitari e non, di circa 1,5 miliardi di euro l'anno.
I risultati del progetto sono pubblicati nell'articolo
"Resistance Patterns, mcr-4 and OXA-48 Genes, and Virulence
Factors of Escherichia coli from Apennine Chamois Living in
Sympatry with Domestic Species, Italy" sulla rivista scientifica
'Animals' che ne sottolinea la rilevanza in termini di
protezione della salute pubblica e della biodiversità. (ANSA).
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