(ANSA) - BOLZANO, 03 MAR - L'inverno che volge al termine è
stato straordinariamente ricco di neve: rispetto alla media
degli ultimi anni, in Alto Adige tra dicembre e gennaio ha
nevicato quattro volte tanto. In alcuni paesi, come Sesto o
Plan, non si vedeva tanta neve a gennaio da almeno quarant'anni.
Gli studi, però, non lasciano dubbi: in media le nevicate sono
destinate a diminuire per effetto dei cambiamenti climatici.
L'ultimo dossier pubblicato da Eurac Research, a cura del
matematico Michael Matiu, sintetizza le ricerche più recenti che
riguardano le Alpi e la nostra provincia.
I cambiamenti che riguardano l'Alto Adige sono comuni a tutto
il versante sud delle Alpi: qui da sempre nevica il 20-30 per
cento meno di quanto non nevichi sul versante nord e dagli anni
Settanta il trend è in peggioramento, almeno fino ai 2000 metri.
"Che in autunno e primavera - spiegano all'Eurac - le
nevicate siano più scarse è dovuto ai cambiamenti climatici e se
il riscaldamento globale non verrà rallentato, in futuro i
fenomeni si acuiranno": "Se è vero che per il futuro dobbiamo
aspettarci in media meno neve, è vero anche che le nevicate
estreme non scompariranno - avverte Matiu - Per effetto dei
cambiamenti climatici aria e acqua si scaldano e l'aria assorbe
più umidità; in questo modo può piovere o nevicare in modo più
intenso".
I dubbi riguardano anche le conseguenze che i cambiamenti
della neve avranno sull'industria dello sci. Quello che già si
può dire, sintetizza l'Eurac, "è che la stagione sciistica come
la conosciamo oggi in futuro difficilmente potrà essere
garantita. I comprensori a quote più basse potrebbero non essere
più convenienti per il consumo sempre maggiore di energia e
acqua che servono per far funzionare gli impianti di
innevamento". (ANSA).
Inverno record per la neve ma in futuro sarà più scarsa
Eurac Research, trend in peggioramento a sud delle Alpi
